Lesioni muscolari degli Hamstring

Lesioni muscolari degli Hamstring
17 Dicembre 2021

LESIONI MUSCOLARI DEGLI HAMSTRING
Gli Hamstring sono un gruppo di tre muscoli (semimembranoso, semitendinoso e bicipite femorale) la cui azione predominante è flettere il ginocchio. Sono chiamati anche muscoli Ischiocrurali.

COSA INTENDIAMO PER LESIONE DEGLI HAMSTRING?
Per lesione degli Hamstrig si intende l’insorgenza acuta di dolore e lesione delle fibre muscolari a livello della coscia posteriore. Può essere descritta una sensazione di strappo e/o “rumore” e, anche dopo diversi giorni dalla lesione, possono comparire gonfiore ed ecchimosi. Le lesioni degli Hamstring sono causate più frequentemente da un’ampia e rapida contrazione o da un violento ed improvviso allungamento del suddetto gruppo muscolare che causa un alto stress meccanico. Sembra quindi che il meccanismo lesivo sia legato ad un picco dell’attività nella fase di swing terminale del passo durante la corsa, ragion per cui rappresenta il trauma indiretto con prevalenza più alta in diversi sport (calcio, rugby, atletica…)

QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO PRINCIPALI?
Capire quali sono i fattori di rischio può aiutare il clinico a creare un programma di prevenzione e migliorare la qualità dell’intervento riabilitativo. Esistono fattori di rischio NON MODIFICABILI (età, razza, presenza di infortuni precedenti) e fattori di rischio MODIFICABILI sui quali invece possiamo agire:

  • Deficit di forza degli Hamstring;
  • Asimmetria di forza tra gli arti, superiore al 10%;
  • Una flessibilità minore di 90° nello SLR passivo è un fattore predittivo negativo;
  • Alterato rapporto H:Q (Hamstring-Quadriceps).

QUANTO DEVE STARE FERMO L’ATLETA DOPO LA LESIONE E QUALI ESERCIZI USARE PER UNA CORRETTA RIABILITAZIONE?
Già dopo soli due/tre giorni dopo l’infortunio l’atleta può cominciare ad avere un approccio più attivo e caricare in maniera ottimale i tessuti adiacenti e i muscoli lesionati.
Si comincia sempre con PEACE & LOVE (protocollo di gestione immediata e conseguente riabilitazione). La prima fase può inoltre comprendere terapie fisiche quali Tecarterapia, Laserterapia o Ultrasuoni per migliorare la vascolarizzazione, il meccanismo tissutale e il dolore. Poi inizia il percorso riabilitativo attivo in cui è fondamentale caricare il muscolo con un carico ottimale. Cercare da subito un’intensità di esercizio e movimento tollerata porta sicuramente risultati migliori e accelera il ritorno allo sport. Il muscolo ha bisogno di tempo per guarire, ma siamo noi a guidare questo processo con una corretta riabilitazione, se non faccio nulla mi ritrovo con un tessuto disorganizzato e maggiormente esposto ad un’altra lesione.

RITORNO ALLO SPORT: RETURN TO TRAINING & RETURN TO PLAY
Il momento in cui il giocatore tornerà ad allenarsi CON restrizioni è chiamato Return to training e per capire quando entrare in questa fase è importante unire la valutazione clinica agli esami per immagini: l’edema deve essere diminuito per almeno un 70% (visibile grazie a RM), presenza o meno di tessuto cicatriziale in quanto può rappresentare una nuova sede di lesione ed infine non ci dovrebbe più essere dolore alla palpazione del muscolo o durante il suo allungamento. Il percorso che porterà invece il giocatore ad allenarsi e competere senza restrizioni è chiamato Return to play, in questa fase il giocatore entra quando sa bene come gestire il carico, la forza e la corsa.

TEMPISTICHE DI GUARIGIONE E TASSO DI RECIDIVA
Per una lesione di 1° grado il tempo di guarigione è all’incirca di tre settimane per una lesione di 3° grado invece si va dai tre ai sei mesi. Il rischio di una nuova lesione è alto nella prima partita; nella prima settimana il rischio è al 10% e va a diminuire anche se rimane per 15 settimane dal ritorno in campo.

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